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Viaggio nella memoria

Indimenticabile gita in Istria, domenica 28 maggio 2017, a Pirano e Capodistria, con la Pro Loco di Ponte S. Nicolò, guidati dal suo instancabile Presidente, l’avvocato Leone Barison. Per noi Italiani è stato come un ritornare a casa.

Ottenuta l’indipendenza dalla Jugoslavia e con l’ingresso in Europa, la piccola Repubblica di Slovenia si risveglia e riscopre la multiculturalità, il bilinguismo, la convivenza pacifica, la voglia di restaurare i suoi monumenti, a cominciare dai leoni di S.Marco sparsi ovunque, il turismo e la buona cucina. Pirano, patria del violinista Giuseppe Tartini, con le sue venti chiese ha ora ben motivo di fare domanda all’Unesco per preservare il suo ricco patrimonio di bellezze artistiche e naturali.

Istria e Dalmazia, terre venete fin dall’epoca romana, quando facevano parte della Decima Regio “Venetia et Histria”, prosecuzione geografica della nostra Venezia Giulia, han dato i natali a personaggi illustri come l’imperatore Diocleziano, quello delle persecuzioni contro i cristiani ma anche del palazzo di Spalato; San Girolamo, il traduttore della “Vulgata”, la Bibbia come oggi la conosciamo; San Marino che, partito come scalpellino dall’isola di Arbe (Rab) andò a fondare sul monte Titano la piccola Repubblica che ancora porta il suo nome. E, più vicino a noi, tutta una schiera di patrioti e di martiri, incominciando dal letterato Niccolò Tommaseo che diede vita nel ‘48, insieme a Daniele Manin, all’insurrezione di Venezia contro gli Asburgici, e i martiri dell’Irredentismo Gugliemo Oberdan, Nazario Sauro, Fabio Filzi. E fra i trecentomila profughi dell’esodo, fuggiti dagli espropri e dalle rappresaglie titine dopo la seconda guerra mondiale? C’è solo l’imbarazzo della scelta. Tutta una schiera sterminata di imprenditori e di artisti che hanno fatto grande il nome dell’Italia in patria e nel mondo: gli stilisti Missoni e Mila Schön, il violinista Uto Ughi, gli atleti Abdon Pamich e Nino Benvenuti, i fratelli Luxardo, le attrici Alida Valli e Laura Antonelli, il cantautore Sergio Endrigo che, non per nulla, cantava:”Beato l’albero che sa dove nasce e dove morirà”, parole amare, piene di nostalgia per queste terre perdute.

  1. Una bella “perla” di storia ci hai raccontato Adriano. Bravo !

  2. Caro Adriano, leggo sempre molto volentieri le tue pillole, che sono sempre fonte di cultura. quest’anno “grande sorpresa” ho apprezzato…

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