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Tre Ferrari per un cavallo

L’ho incontrato in cimitero Pasquale (Pasqualin per gli amici) la vigilia dei Santi, quando si va a sistemare le tombe per la vicina ricorrenza dei Defunti e il suo saluto inconfondibile – Ehi, sangue di Giuda! – mette allegria e fa sorridere anche chi è in raccoglimento davanti ai propri cari.

E chi non lo conosce, Pasquale?

E’ l’ultimo cowboy del paese, amato e conosciuto da tutti perché nelle feste popolari è solito portare a spasso i bambini sul suo carro agghindato a festa, a suon di musica, come il carro di Tespi di un secolo fa, quando questo teatrino ambulante viaggiava per tutte le piazze d’Italia.

Solo una volta, mi ha raccontato con rammarico, è mancato all’appuntamento del carnevale coi bambini, quando Furia, il suo cavallo preferito, si è ammalato di un male misterioso e non c’era verso di farlo mangiare. Per forza, povera bestia! Gli si era conficcata sotto la lingua una scheggia di legno appuntita che lo tormentava ogni volta che tentava di masticare qualcosa, finché smise di farlo del tutto per il gran dolore. Ridotto in uno stato pietoso, senza più cibo, la lingua infiammata aveva cominciato a gonfiarsi, a schiumare e ad uscire penzoloni dai denti col rischio di tagliarsi. Che fare? Nessuno sapeva più che pesci pigliare e Pasquale era ormai giunto sull’orlo della disperazione, fino a quando il veterinario non scoprì l’infezione proprio sotto la lingua. Allora, assieme agli antibiotici prescritti per fargli scendere il febbrone…da cavallo (è proprio il caso di dirlo), fece approntare anche un apparecchio di ferro che doveva tenergli aperte le mandibole per tutto il periodo della cura, una specie di museruola al contrario insomma. E fu così che, giorno dopo giorno, flebo dopo flebo, il povero Furia lentamente si riprese.

E si riprese pure il suo padrone che, ancora adesso nel raccontarmi l’accaduto, aveva gli occhi lucidi dall’emozione. Per forza! Provate voi a far ingurgitare ad un cavallo moribondo, con una semplice cannuccia, medicine e pappette tutte le sante ore del giorno e della notte, per poi vederlo lentamente riprendersi e rinascere sotto i vostri occhi. Davvero una bella vittoria quella di Pasqualin, non c’è che dire, della sua costanza prima di tutto, oltre che dell’amore per gli animali.

Ma il lieto fine non finisce qui e ve n’è un altro ancora più bello.

La primavera scorsa, infatti, alla fiera del florovivaismo a Saonara, assieme alle piante e ai fiori dei vari banchetti in esposizione, il comitato organizzatore aveva pensato di mettere in bella mostra anche tre macchinone Ferrari dal colore rosso fiammante. Ebbene, all’arrivo di Furia, dove credete si sia rivolta tutta l’attenzione del pubblico? Ma su di lui, naturalmente, tirato a lucido com’era, orgoglioso di farsi accarezzare specialmente dai bambini!

Un solo cavallo contro la potenza di tre bolidi formidabili che di cavalli ne avevano più di 500 per ciascuno. Una bella rivincita per davvero, non vi pare?