LE VACANZE DI NATALE
SVOLGIMENTO:
RIO 1961 – Le mie vacanze di Natale sono state molto belle anche se a casa combino sempre più guai che a scuola .
Una mattina mi sono alzato e fuori dalla finestra ho visto tutto bianco perché era arrivata la neve. Allora con mio fratello in orto abbiamo fatto il pajasso con la neve e gli abbiamo messo anche il cappello di mio nonno quello per andare in campi. Poi abbiamo messo la neve sul bicchiere e messo il vin grinton che sa di fragola e lo abbiamo bevuto. Quando mio papà si è inacorto ci ha fatto scappare con la scoa.
Con la neve è venuto anche il freddo così la mia mamma ci ha scaldato il letto con la munega però non lo vuole fare più perché dice che brucia il letto e poi ti vengono le buganse. Io ho dormito bene pensando alla neve ma al mattino avevo le buganse ai piedi .
Il giorno di Natale siamo stati in casa e ho mangiato tanto. Mia mamma ha fatto il risotto con i fegadini e ha cucinato una pita rosta. Mia sorella non voleva mangiare la pita e così ho mangiato anche la sua parte. Dopo abbiamo mangiato la fugassa che aveva fatto mia mamma con i grani di uva del frigoearo era venuta buonissima ma i granetti si attaccavano ai denti e così mio papà ha detto che la prossima volta facciamo la fugassa con i fighi che non hanno i granetti.
Il giorno di Santo Stefano faceva molto freddo ma c’era il sole . Allora sono andato con mio fratello a slisegare con la lissegaroea al laghetto di Salboro e ci siamo messi anche le sgalmare quelle con le brocche perché sul ghiaccio vanno meglio. Al laghetto c’erano tanti ragazzi e uno di loro mi ha dato una spinta perché dice che il laghetto è tutto loro e noi dobbiamo andare al laghetto di Rossi per slisegare. Ma io non mi sono spaventato e ho continuato con mio fratello a darmi una spinta per andare più forte.
Un giorno dopo il Natale mia mamma mi ha mandato a prendere due ovi di buro da Campanaro per fare la fugassa e me li ha messi dentro la sporta. Io sono partito con la bicicletta ma arrivato in strada granda ho visto Coppi che mi colionava perché diceva di correre più forte. Così abbiamo fatto la gara ed io ero davanti. Ma ho preso una buca e sono caduto sopra la sportina e ho rotto le uova. Sono allora tornato a casa passando dai campi per non farmi vedere e sono andato nel ponaro e ho preso due ovi appena fati dalle galline. Mio fratello però mi ha visto e ha fatto subito la spia così quando sono tornato a casa ho lasciato la porta aperta, ho poggiato il burro sulla tavola e subito mio papà ha cercato di incantonarmi con la vishcia. Non ci è riuscito perché io ho capito subito e sono scappato dalla porta della cucina. Quando poi alla sera sono tornato a casa non si ricordava più perché se la prende sempre con mio fratello più grande perché a scuola è una sopa.
La sera dell’ultimo dell’anno ci siamo divertiti un pasto . Ho visto i ragazzi della corte fare gli spari col carburo. Si va nel campo perché è pericoloso e si prende un bussolotto grosso si mette la paglia e si incuercia il carburo. Poi si dà fuoco alla paglia e parte un colpo che sembra una fucilata ed il barattolo va alle stelle con una scia di fuoco sotto. Con un colpo è partito il bussolotto e non lo abbiamo più trovato.
Il giorno dopo Comin è andato a questionare con mio papà perché dice che gli spari col carburo gli rompono i vetri. Così mio papà ha dato una bella passata a mio fratello perché è quello più grande anche se li spari non li ha fatti lui .
Il giorno dopo sono andato con i ragazzi a bonprinsipio e così mio nonno mi ha data 50 lire, mio zio altre 50 il vecio Buratta mi ha dato 100 lire perché ha detto che sono furbo. Con questi soldi ho comprato le lecche in piassa e anche due fenoceti che abbiamo fumato di nascosto perché se mio papà mi vede mi incantona n’altra volta.
Una sera sono andato a prendere il late dal Boratta ed abbiamo giocato tanto a cuco. Io sono stato il più bravo perché mi sono nascosto dentro al pajaro e così nessuno mi ha più trovato.
Il giorno dopo io e mio fratello abbiamo messo le trappole per prendere le seeghe ed i merli lungo tutta la riva del fosso. Sotto il portego c’era una sporta con tutte le trappole di mio nonno per prendere gli osei . Bisogna mettere il chicco di formenton sulla trappola e nasconderla nella neve . Quando gli uccelli vanno a mangiare scatta la trappola. Abbiamo preso dieci osei e li abbiamo portati da mia mamma per fare poenta e osei ma lei non voleva perché dice che spennare gli osei è fastidioso e si ti va in gola na peneta ti sofeghi così li ha dati a mia nonna che li ha puliti e fatti con la salvia in padella. A mio papà piacciono tanto ma io preferisco la gaina col tocio.
La prossima volta che prendiamo gli osei invece che portali a casa li vendo. E a casa ho le trappole anche per prendere le tompegane per venderle e così prendo tanto soldi che mi posso anche sposare.
Il giorno della Befana mi sono svegliato presto ed ho trovato dentro alla calsa tante cose belle i mandarini, la sugorisia, le straccaganasse e una bustina di farinella delle castagne che se la metti in bocca ti fa tossire come un matto. Dentro alla mia calsa e a quella di mio fratello c’era però anche qualche pezzo di scanareo che abbiamo subito buttato nella stua.
Alla sera mia mamma mi ha chiesto di vedere i compiti ed io non avevo fatto tutte le operazioni e così lo ha detto a mio papà che stavolta si è incassato molto anche con me e mi ha dato una pappina pesante ed una pedata e mi ha mandato a letto senza cenare. Io però appena sono andato a scuola ho preso il quaderno ed ho fatto tutte le operazioni così la maestra non si è inaccorta di niente altrimenti prendevo due bacchettate sulle mani.
Quando sono tornato a scuola la maestra mi ha fatto leggere a voce alta e siccome mi incapavo mi ha detto a te le vacanze hanno fatto male. Io penso invece che le vacanse mi hanno fanno bene…