La democrassia è un modo molto instabile per governare gli uomini. Ha tanti difetti, ma gli altri sistemi non hanno solo difetti, ma campi di sterminio. Noi abbiamo la democrazia perché i nostri governanti ce li scegliamo con votazioni libere. Chiediamo a chi ha, o dovrebbe avere il sale in zucca da chi vuole essere governato temporaneamente, perché poi la scelta potrà anche non essere più confermata. Spesso poi non si sceglie il candidato che riteniamo il migliore di tutti, ma il meno peggio, ed il potere non è mai in mano ad uno solo.
C’è stato un momento, qualche anno fa, nel quale sembrava che la Regione veneta venisse frenata nelle sue grandissime possibilità per colpa del governo centrale, che le sottraeva le risorse. Questa mezza verità venne cavalcata da alcune forze politiche ed intere carriere di professionisti della politica furono improntate all’insegna della guerra a Roma, come quel luogo ove si commettevano, secondo costoro, tutte le ruberie e le ingiustizie possibili ed immaginabili a danno dei vari popoli sottomessi. La propaganda come sempre semplifica e trasforma quel che si vuole sentire in verità.
Ecco allora che un astuto politico locale di poche idee, ma di grandi appetiti ed apparati intese il rinnovamento della politica locale e le votazioni non come rinnovamento di idee, di metodi e di democrazia, ma come un grande comitato elettorale che raccoglie grandi quantità di soldi e di amicizie per fare o promettere interessamenti, affari ecc. intendendo la politica come un’occasione per promuovere certi interessi a scapito di altri.
E lo ha fatto in modo scientifico non in modo casalingo e poverello come si faceva nei nostri paesi appena usciti affamati dalla ultima grande guerra. Allora via i santini e arrivano i manifesti sei metri per tre e poi passaggi televisivi, ingaggio di esperti di comunicazione con stipendi fantastici, come i grandi allenatori di calcio. E con essi squadre di truccatori, registi, giornalisti, faccendieri e chi più ne ha più ne metta. Per vincere la campagna elettorale, forse non servono grandi idee, ma tanti schei… perché coi schei se paga sene, pransi, propaganda, convegni, amicissie ecc. e se tanti parlano di te in modo positivo vinci la campagna elettorale.
Il nostro candidato ingaggia allora un geniale faccendiere, uno che ha capito che le campagne elettorali si fanno con i soldi. Questo faccendiere aveva anche uno strano soprannome che fuori dal veneto non significa nulla. Tutti lo chiamavano “sportina”.
Appena nominato il nostro faccendiere si rivolge a chi i soldi li ha o dovrebbe averceli. Basta solo motivarli e farseli dare. Così l’esperto di faccende elettorali ne individua uno, che ha una bellissima villa con un enorme giardino. Lo va a trovare di persona, sente di cosa ha bisogno, ma questi non ha bisogno di nulla perché lavorava con il mercato libero e con l’esportazione, insomma non aveva bisogno di promesse della politica. Allora la mette sul fatto personale, data l’amicizia, i buoni rapporti ecc. In questo modo il nostro industriale su questi argomenti cede – «Va bene ti metto a disposizione la villa ed il parco per un giorno e non voglio nulla» – disse il nostro narcisistico imprenditore. Il faccendiere si mette subito all’opera, convoca centinaia di imprenditori nella villa non per una scampagnata, ma per una CONVENTION perché con l’inglese diventa subito una cosa seria. Chiama i vip, personaggi dello spettacolo, oratori di tutti i tipi, gente capace di parlare per ore anche senza dire nulla, ragazze immagine, fotografi, spiantati che vorrebbero fare carriera, dame salottiere, politici in carriera, ecc.
La CONVENTION serviva anche a creare un’immagine al candidato, a farlo conoscere e intervistare dai giornali, a raccogliere soldi come puntualmente avviene.
Sportina convoca gli industriali con la promessa che il candidato avrebbe sposato le necessità di ognuno di loro, industriale, faccendiere, imprenditore, burocrate che fosse. Durante la kermesse, sempre con l’assistenza del faccendiere, il candidato sentiva ogni singolo invitato e fingendo grande interesse prometeva ogni interessamento a ciascuno. Poi faceva domande sul fatturato di ognuno per poterli valutare, chiedeva un contributo regolandosi a orecchio sulla base del fatturato millantato. Però più favori chiedi e più devi contribuire, anche qui c’era una specie di tariffario. E così il candidato affiancato dal fido faccendiere e dalla sua corte dei miracoli faceva una prima grande raccolta di soldi per la campagna elettorale.
Poi comincia la festa ed il tal industriale, ramo ristorazione offre il buffet in cambio di notorietà e promesse varie, l’industriale di Verona e Vicenza offre grandi bevute, ma non di acqua, l’industriale del latte taglia e offre forme di formaggio, atri offrono i dolci, uno offre giri in elicottero perché ha da poco costituito una società che noleggia elicotteri. Un commercialista si offre a tutti gli intervenuti presentando un discreto biglietto da visita con i numeri dello studio e lo slogan secco «Vuoi pagare metà di quello che paghi adesso? Ti interessa un viaggio in Croazia?»
Poi viene lo spettacolo dei fuochi d’artificio fatti di giorno, anche questi offerti da una ditta di Rovigo, che si raccomanda ci sia un controllo regionale sui fuochi d’artificio, perché anche qui ci sono molti abusivi.
Insomma una giornata fantastica trascorsa tutta all’insegna del nostro grande candidato e delle sue promesse di tutti tipi, ma sempre dopo le elezioni e se voterete il nostro candidato.
Dopo le abbondanti libagioni ed il pranzo buffet fatto in piedi e poi seduto e le varie orchestrine che si sono avvicendate, le chiacchere, i pettegolezzi, viene il momento dei saluti e delle massime raccomandazioni. Il faccendiere avvicina uno ad uno gli industriali intervenuti alla kermesse e chiede loro una offerta generosa per la magnifica giornata ed il pranzo. Gli industriali non difettano di generosità, in cambio ottengono i riservatissimi numeri di telefono della segreteria del candidato ed una promessa di filo diretto notte e giorno con il candidato. Chiede loro anche una generosa offerta per le spese che sono state sostenute per organizzare l’evento, in particolare per fare un bel regalo al proprietario della villa che li aveva ospitati, perché se lo meritava.
Raccoglie così una bella cifra da impiegare nella campagna elettorale. In realtà per la villa non aveva speso nulla, il buffet era stato offerto, gli spettacoli e gli oratori se li pagava lo sponsor, le bibite sono state offerte e il servizio fatto dai volontari. Non ci sono praticamente costi e ci sono invece gli incassi. Un bel risultato. In pratica un piatto con tutta polpa e niente ossi! Il candidato molto soddisfatto ringrazia il faccendiere pubblicamente, gli promette che lo porterà con se nella grande avventura della politica. Il faccendiere fa il modesto ed il ben educato poi comincia lui e non finisce più con i ringraziamenti, ringrazia tutti, anche i cuochi, i camerieri, gli artisti, come pure i custodi della villa, i partecipanti per la loro grande generosità. Alla fine di tanti sperticati ringraziamenti, chiama sul palco anche il padrone della villa, che ha messo a disposizione il posto per la convention per la sua squisita generosità. Il proprietario della villa è modesto non vuole pubblicità, ma il faccendiere non demorde, lo porta sul palco e lo sorprende. Dicono che la politica sia egoistica ed invece… «Noi ringraziamo il proprietario che ci ha ospitati per la sua generosità» dice il faccendiere al microfono. Poi chiama due vallette sul palco e afferma «… ma non finisce qui». Noi siamo amici sapevamo che il nostro generosissimo proprietario non vuole nulla per questa magnifica giornata, ma noi gli abbiamo preparato una bellissima sorpresa. «Ma cosa dico bellissima bisogna dire meravigliosa sorpresa» – e così dicendo davanti a tutti, le vallette aprono un astuccio meraviglioso illuminato dai fari. Gli regaliamo un orologio di grandissima marca e fattura appositamente personalizzato per lui. Non diciamo cosa abbiamo speso per questo regalo perché è da burini, ma è quello che abbiamo raccolto dalla vostra generosità, grida il faccendiere dal palco. E giù applausi, Il proprietario per poco non sviene dalla commozione, non si aspettava un simile regalo né lo aveva sollecitato. Resta tuttavia abbagliato da tanta ricchezza e generosità.
Finita la campagna elettorale, il nostro candidato viene eletto, sportina riceve un incarico dietro l’altro, si muove bene, sviluppa relazioni, contatti, rilascia interviste, prepara appalti, spedizioni all’estero.
Arriva però senza preavvisi, una crisi tremenda. Pandemia! Cassa integrazione per tutti. Anche il nostro industriale ha bisogno d soldi ed un giorno con un pò di amarezza dice ai figli – «Ho bisogno di soldi immediatamente e bisogna trovarli rapidamente». Si ricorda allora che nel profondo della cassaforte aveva riposto il meraviglioso astuccio con il meraviglioso orologio, che gli avevano donato come riconoscenza per la sua generosità. Lo prende, lo porta da un grosso commerciante di preziosi di Vicenza per venderlo e per trasformare questo oggetto d’oro in contanti di cui aveva assoluto bisogno. Con suo sommo stupore però l’esperto gli comunica, che questo orologio così ben rifinito e personalizzato è un bidone di nessun valore.
Il faccendiere aveva ricevuto soldi e applausi da tutti ma poi sportina aveva fregato tutti. Che sia per questo finito in galera? Mah… Improbabile! Tutto dimenticato! Probabile!.
Se oggi chiedi di “sportina” non lo conosce nessuno.
Oggi non si fa più la campagna elettorale in questo modo!