Mi ha sempre impressionato la storia dello schiaffo di Anagni inferto a Papa Bonifacio VIII da Sciarra Colonna per conto del re di Francia Filippo IV il Bello. Uno schiaffo per procura in piena regola, una umiliazione senza precedenti che vi voglio raccontare.
Siamo ad Anagni, una cittadina del basso Lazio in provincia di Frosinone (Ciociaria) nota come la città dei papi per aver dato i natali a diversi pontefici: Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII.
E’ l’alba di una mattina del 7 settembre 1303, il Papa si trova nel suo palazzo di famiglia, sta ancora dormendo in camicia da notte ma lo aspetta un brusco risveglio.
Un gruppo di armati guidati da Sciarra Colonna, della potente e discussa casata patrizia romana, irrompe in città e, dopo un vano tentativo di difesa da parte del nipote del Papa, conquista il palazzo. Lo Sciarra passa attraverso la cattedrale bruciandone le porte, individua il luogo dove si trova Bonifacio VIII e, sguainando la spada, gli intima di ritirare la bolla pontificia “Super Petri Solio” contenente la scomunica contro il re francese Filippo IV il Bello.
Dopo il rifiuto del Pontefice non sappiamo esattamente cosa avvenne, all’epoca si parlò di un vero e proprio schiaffo materiale inferto dal Colonna ma oggi c’è chi propende per uno schiaffo morale, un oltraggio all’autorità del Papa che di fatto venne tenuto prigioniero in casa sua a digiuno completo per un paio di giorni, finché non fu liberato e rifocillato dai suoi stessi compaesani.
Ma cos’era successo di tanto grave fra il re e il Papa per provocarne la scomunica?
Le tasse! Sì, quel cruccio che attanaglia ancora oggi gran parte dei contribuenti esisteva anche allora, eccome! Tutta colpa delle tasse che Filippo IV voleva imporre al clero francese per foraggiare le sue guerre. Lo stesso motivo per cui poi perseguiterà gli Ebrei e i Lombardi (mercanti italiani) nonché il ricchissimo Ordine cavalleresco dei Templari, arrivando a scioglierlo con la violenza e il discredito per incamerarne i beni.
Ma il Papa, forte del suo primato spirituale su quello temporale, non voleva saperne di balzelli sul suo clero e ti pubblica la bolla Unam Sanctam dove afferma che ogni creatura, per la propria salvezza, doveva essere sottomessa al romano Pontefice, legittimando così il suo potere in tutti i campi, spirituale e materiale. In verità si trattava di una concezione assolutistica ormai superata, non erano più i tempi di Canossa quelli della lotta per le investiture fra Gregorio VII ed Enrico IV del 1077, per intenderci. In ogni caso, solo un mese dopo questo evento traumatico l’inflessibile Papa morì dando così via libera al controllo della Francia sul papato e al trasferimento della sede papale ad Avignone che si protrarrà dal 1309 al 1377.
Quel famoso esilio avignonese tanto deprecato da Caterina da Siena da indurla ad andare di persona dal Papa ad implorare il suo ritorno a Roma, nella sede di Pietro. Ma questa è un’altra storia.
Ogni anno la Cattedrale di Anagni ricorda l’oltraggio che papa Bonifacio VIII ricevette il 7 settembre del 1303 in una cornice di gran fascino, con fiaccole e luci scenografiche a sottolineare l’incantevole monumentalità del più importante edificio sacro di Anagni.