E’ la domanda sprezzante che Stalin si dice abbia fatto alla conferenza di Jalta a chi gli diceva di doversi tener conto anche dell’autorità di Papa Pio XII nel futuro assetto dell’Europa. Siamo nel febbraio del 1945, i Russi sono ormai a soli 80 km da Berlino, la caduta del terzo Reich si prevede imminente ed è necessario ridisegnare i confini dell’Europa liberata dal Nazi-Fascismo. Così, a guerra ancora in corso, i tre capi politici dei principali Paesi Alleati e cioè Roosvelt, Churchill e Stalin si incontrano in Crimea per decidere l’assetto futuro della Germania (che sarà divisa in due), della capitale Berlino (che sarà divisa in quattro) e della Polonia, dove si dovranno tenere libere elezioni. Per molti storici questa suddivisione dell’Europa in blocchi di influenza contrapposti sarà la causa della tristemente famosa “guerra fredda” e della futura “cortina di ferro” tra Est e Ovest, cosa che pare riproporsi anche oggi con la cruenta guerra in Ucraina ancora in corso mentre scriviamo.
Ma chi era Stalin e come si era permesso una battutaccia del genere nei confronti del Papa, lui che da giovane era stato ospite nell’isola degli Armeni a Venezia, impiegato addirittura come sacrestano nella chiesa del convento? Siamo nel 1907 e questo ragazzo georgiano è costretto a scappare da Odessa perché ricercato dalla polizia dello Zar come anarchico. Si imbarca su un mercantile diretto in Italia e fa tappa prima ad Ancona e poi a Venezia dove gli anarchici del posto lo battezzarono “Bepi del giasso” per via dei suoi occhi azzurri, di ghiaccio appunto, ma il suo vero nome era Ioseph Vissarionovič Džugašvili, figlio del calzolaio del paese, che dal 1913 si farà chiamare Stalin- Acciaio e diventerà via, via il tiranno che conosciamo.
Intanto, in cambio di un rifugio sicuro, l’ex seminarista ortodosso suonava le campane, ripuliva la chiesa e…scriveva poesie traendo ispirazione dalle bellezze della laguna. Raggiungerà poi Berlino, conoscerà Lenin, diventerà uno dei capi della rivoluzione d’ottobre del ‘17 e, nel 1922, sarà eletto Segretario generale del nuovo Stato Socialista dell’Unione Sovietica per più di trentanni, fino al 1953 anno della sua morte. Si narra che Papa Pacelli, saputa la notizia, abbia esclamato ad uno dei suoi intimi: ”Ora vedrà quante divisioni ha il Papa lassù!”.