La lingua italiana (come la francese e la spagnola) è figlia della lingua latina e ancora oggi noi adoperiamo molti vocaboli ed espressioni latine quasi senza accorgercene. Fate caso, ad esempio, alla parola pro loco che sta per il luogo e mi darete ragione, così come una scoperta fatta… in loco nel luogo, o il prefisso sub che significa sotto, da cui subacqueo, subalterno, in subordine, o il bonus bebè di cui si parla in questi giorni etc. etc. et caetera et caetera, che in latino significa poi tutte le altre cose. E, a dimostrazione di ciò, eccone un breve excursus in tre puntate.
Nel campo giudiziario
Gli avvocati, col loro bel curriculum vitae, magari laureati magna cum laude col massimo dei voti in utroque jure (in entrambi i diritti, civile e canonico) parlano apertis verbis di conditio sine qua non e di una summa di pratiche da espletare in toto, o piano piano in itinere, in primis, a priori, a posteriori, a fortiori a maggior ragione, hic et nunc, qui e ora, sic et simpliciter,, di provvedimenti sui generis emanati in extremis magari pro tempore, il cui esame è ancora sub judice, che si spera essere uomo super partes, insieme col giudice a latere, e che concede la libertà sub conditione, in quanto la legge dura lex sed lex, è a favore del presunto colpevole in dubio pro reo, sempre che non succedano dei qui pro quo e non vada a finir male summum jus summa iniuria. Ma si sa, in questo modus operandi tutti vogliono dir la loro, tot capita tot sententiae. Dice il pubblico ministero: relata refero, io riferisco, difficile dare un giudizio ex aequo, con responsabilità in solido. A meno che non ci sia una testimonianza de visu, allora contra factum non valet argumentum. Ma, de facto, a chi giova? Cui prodest? Tanto, se dai fastidio a qualcuno, mors tua vita mea, vieni pure promosso per essere rimosso promoveatur ut amoveatur e tu, obtorto collo, a malincuore, quo vadis? Dove vai? A meno che non ci sia, in extremis, la longa manus di qualcun altro che ti aiuta per denaro, tanto pecunia non olet, non ha odore. Un beneficio ad personam, una specie di captatio benevolentiae, un do ut des, ti do affinché tu mi dia in cambio, naturalmente! Intelligenti pauca, chi ha orecchie da intendere intenda e…omissis, tralasciamo questo punctum dolens.
P.S. Post scriptum Mandiamo corrotto e corruttore alla damnatio memoriae! (Anche se: errare humanum est, perseverare diabolicum).
Nel campo parlamentare
L’espressione par condicio nei dibattiti televisivi è d’obbligo, come la tassa una tantum votata ex abrupto, di colpo, col placet di tutti, ope legis in virtù della legge, con provvedimenti ad hoc, per non dover tornare allo status quo come prima, o peggio rimandarla sine die, restandone privi horror vacui, paura del vuoto legislativo in caso di vacatio legis! Idem, lo stesso, se si tratta di un ultimatum o di indire un referendum con relativo quorum di votanti, per cui mutatis mutandis, anche oggi in Parlamento tutto avviene come una volta in quanto senatores boni viri ma senatus mala bestia, dove ognuno parla pro domo sua, per avere più voti, vedi ad es. per lo jus soli o lo jus sanguinis. La politica è il deus ex machina che come Giove muove tutto, e dovrebbe favorire il reddito pro capite, ma è da sempre un rebus per le tante cose…ingarbugliate, e può diventare un vulnus, una ferita alla Costituzione quando non ne segue le regole, pacta sunt servanda! E molte volte: dum Romae consulitur Saguntum expugnatur, mentre si discute la città viene espugnata, come disse in una famosa omelia contro la mafia il cardinale Pappalardo di Palermo. A Roma nihil sub sole novi, niente di nuovo sotto il sole: o tempora, o mores, che razza di costumi, mala tempora currrunt, e se lo dicevano ai tempi della pax romana quando Roma era caput mundi che dire oggi che, a furor di popolo vox populi vox Dei, è diventata mafia capitale? La persona onesta è una mosca bianca rara avis in gurgite vasto, uccello raro nel vasto mare, purtroppo nemo propheta in patria e basta un quid nell’iter parlamentare di una legge e tutti si accapigliano divide et impera, come nelle guerre, si vis pacem para bellum. A proposito, sapete com’erano segnati i confini del deserto nord africano sulle cartine geografiche romane del mare nostrum? Semplicemente: hic sunt leones. Il motto delle legioni era: vis unita fortior, viribus unitis, e i legionari moribondi: ave Caesar morituri te salutant, con rispetto anche per i morti nemici, parce sepulto. Ah! La famosa pietas romana… (seguirà parte II)