Traggo spunto da questa espressione italiana molto comune usata quando si è arrabbiati per parlarvi di un’altra entità della mitologia greca che in testa, al posto dei diavoli, aveva dei serpenti: era la Medusa.
Nell’universo misterioso e popolatissimo della mitologia greca Medusa era la terza di tre sorelle, le Gorgoni, dalle ali d’oro e le mani di bronzo. Chiunque si voltava a guardarle negli occhi rimaneva pietrificato all’istante. Come mai?
Il significato recondito che non vi aspettate, spiegato dalla psicanalisi è questo: il pregiudizio degli uomini verso le donne belle e ammaliatrici crea il mostro, perché vedono il corpo della donna come una minaccia.
Avete capito? Sempre tutta colpa della donna, come spesso capita di sentire anche ai giorni nostri, perciò cacciamola all’inferno questa regina del male, a custodire gli Inferi! Emblema di una società occidentale basata da millenni sul patriarcato e sul maschilismo.
In Europa sarà l’avvento della Rivoluzione Francese a ribaltarne la figura e a fare di Medusa il vessillo di una libertà riconquistata dopo secoli di assolutismo religioso e politico. Cosa che ancora oggi vige purtroppo in non pochi paesi islamici teocratici di stampo talebano.
Nel frattempo l’arte, la poesia, la musica non sono rimaste a guardare ma hanno interpretato il mito di Medusa in mille forme, come ad esempio a Firenze dove, nella Loggia dei Lanzi, unico esempio al mondo di museo all’aperto, vediamo troneggiare la meravigliosa statua in bronzo di Perseo, opera di Benvenuto Cellini, che con la spada sguainata mostra come trofeo la testa decapitata della Medusa.
Anche qui il mito fa scuola e identifica nella prova di forza e di coraggio del giovane figlio di Zeus, il passaggio dall’età giovanile all’età adulta, a dimostrazione che ogni uomo deve imparare a difendersi dalle paure inconsce dei mostri.
La Medusa del Caravaggio agli Uffizi
Perseo e la Medusa di Benvenuto Cellini, Loggia dei Lanzi, Fi.(Ben 5,19 m. di altezzacol piedistallo)