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Autore: admin

NATALE CON IL COVID

Maria è spaventatatroppo pericolo partorirein un reparto di Ospedale Giuseppe è terrorizzatotroppo pericolo partorirecon la polmonite interstiziale San Francesco è imbarazzatotroppo pericolo fare il presepein una chiesa parrocchiale San Antonio è addoloratotroppo pericolo fare il presepenel portico abituale Sant’Ambrogio è desolatotroppo pericolo partoriredove il rischio è virale . San Gennaro è rabbuiatotroppo pericolo partoriresenza il…
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Ogni Can vol dir la soa

Co no savevo dove ndare,ndavo in ostariapar scoltare,na partia de ciacoeda imbriaghi. Me fasevo grandescoltandoquattro mone,più mone dei mona.El confronto faseva ben. Ma desso xe cambià el mondo,i bar i ga saràe i mone fa el finimondotutti so Internet,insieme coi premi Nobel . Ma come se fa a capireche queo che scrive sul socialxè un…
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L’Agrifoglio di Giovanni da Castro

(anzi no, Giovanni da Padova) Chi era costui? Direte voi, come don Abbondio nell’ottavo capitolo dei Promessi Sposi a proposito di Carneade. Con un cognome così sembrerebbe che un tal Giovanni da Castro fosse nato nell’antico ducato di Castro, nel viterbese, invece si tratta solo di un appellativo affibbiato al padre Paolo, celebre giurista, professore…
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Gli “Azzurri”? Nella Roma imperiale erano gli aurighi veneti

Si chiamava “FACTIO VENETA” la squadra degli aurighi veneti che a Roma gareggiava abitualmente col colore azzurro alla presenza dell’imperatore. La corsa delle bighe e delle quadrighe si svolgeva nel Circo Massimo, il più grande ippodromo stabile dell’Impero, anche se alcune corse di carri a tre cavalli o con cavalli montati dal cavaliere si facevano…
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Arare sensa fare fadiga

Fino a due generazioni fa lavorare, ovvero laorare, significava fare fatica, ma spesso farne tanta perché il lavoro era prevalentemente quello agricolo e la fatica era la base del lavoro dei campi. Non era agricoltura ma laorare i campi come dicevano i veci e la fatica era inevitabile «parchè la tera la xe basa». Tutt’ora…
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“Pittime” vere o presunte nella Venezia del ‘500

Puntualmente, quando arrivava l’autunno, mio padre con i suoi amici pensava a come dar la caccia alle anatre in valle, nelle botti, e la vigilia della partenza i preparativi diventavano frenetici: e gli stivali, e la cartucciera, e il cappello con la piuma di fagiano, e soprattutto la doppietta ben oleata a canne lisce con…
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LE ANSE DEL RONCAJETTE AVEVANO UN NOME?

Anche se sembra strano le anse rettificate del Roncajette avevano dei nomi, presumo in molti casi si tratti delle famiglie proprietarie lì vicino. Tratto da “Scritti sui lavori di sistemazione dei fiumi veneti Brenta e Bacchiglione”, estratti da vari giornali italiani, Venezia tipografia del commercio, 1839. In riguardo alla serie dei lavori calcolati sulla sistemazione del…
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Prostitute d’alto bordo e “carampane” nella Venezia del ‘500

Si chiamava Veronica Franco ed era talmente bella da essere data “in dono”, per una notte, al futuro re di Francia Enrico III di Valois, di passaggio a Venezia nel 1574. A quell’epoca le donne come lei, colte ed avvenenti, erano dette “cortigiane” o “favorite”, contese dai ricchi e dai nobili che amavano frequentare i…
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ALLA LUNA (alla rimembranza)

Oh cocoetta luna me ricordoche on ano fa sora ‘sto monteseocol strùcacor, vegnevo a vardarte:e te pindoeavi sora ea bosketa,come desso, e tuta te ea sciaravi . Ma vedevo tùrbia ea to faciaparchè fasevo agreme ai ocivardandote, par via dea me vitaaeora doeorosa, come desso,Oh me amata luna. Epur me giovaricordarme de quando go patìo…
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Le ultime case-torri a Padova

L’inverno scorso mi è capitato di soggiornare ad Arezzo, la città di Piero della Francesca, in una casa-torre restaurata. Non vi dico l’emozione: sia per il panorama che si godeva dalla terrazza, sia per il fatto di sapere che stavo vivendo in un pezzetto di medioevo aretino, arroccato com’ero all’ultimo piano di un palazzetto storico…
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