1. IL CANALE SCARICATORE DI VOLTABAROZZO
Il canale “scaricatore” è un canale artificiale realizzato dal governo austriaco che serve per preservare Padova dalle frequenti alluvioni. E’ stato scavato tra il 1850 ed il 1875 in più riprese perché il primo scavo risultò troppo piccolo. Parte dal Bassanello ed arriva a Voltabarozzo ove viene regolato dalle chiuse, poi le acque dello scaricatore si uniscono a quelle del Bacchiglione che esce da Padova col nome di canale Roncajette sino a Bovolenta per diventare poi canale di Pontelongo.
2. IL LUNGARGINE SABBION
E’ la parte finale dell’argine del canale scaricatore che, passate le chiuse di Voltabarozzo, prosegue poi per Roncaglia. Il lungargine rappresenta una bella passeggiata tra il verde, il fiume, gli argini, boschetti e la campagna.
3. MONUMENTO A SAN BASILIO MAGNO PATRONO DI RONCAGLIA
Sorge a Roncaglia tra le vie Foscolo e Nievo ed è opera dello scultore Ennio Tamiazzo nato a Saonara il 15/11/1911 e morto a Roncaglia nel 1982. Tamiazzo è stato un grande pittore e scultore italiano forse più noto all’estero che in Italia. Ha iniziato come artigiano in una bottega di lapidi per i cimiteri poi come scultore si è formato a Parigi. Ha partecipato nel 1935 alla guerra di Etiopia come soldato del Genio. Tornato in Italia va a fare lo scultore nella bottega di Mario Sironi a Milano, poi frequenta un gruppo di scultori e pittori con lo studio a Padova in via Rogati, che si dedicano dapprima alla scultura religiosa e pale d’altare, poi anche ad opere monumentali. Sue opere finiscono così in Svizzera ed in Sudamerica e per alcuni anni insegna anche all’Istituto d’Arte Pietro Selvatico di Padova. Dal 1953 al 1959 lavora in Venezuela a Caracas e Santo Domingo ove realizza monumentali murales in mosaico e bassorilievi. Dal 1963 viene ad abitare a Roncaglia con la famiglia e qui apre il suo laboratorio di scultura e pittura. Lavora moltissimo per le decorazioni degli alberghi della zona termale di Abano Terme: il Park Hotel, l’Ambassador, il Triton,e l’Hotel Garden Terme, a Montegrotto l’Alba ed anche le piscine Columbus hanno opere di Tamiazzo. Nel 1965 realizza nella sua Roncaglia il monumento a San Basilio, che gli viene commissionato da un’impresa privata, che in quegli anni stava realizzando le lottizzazioni centrali di Roncaglia e sempre in quegli anni realizza l’Ultima Cena per la Chiesa di Roncaglia. Altre sue opere successive si trovano a Cittanova di Calabria e nella cittadina austriaca di Seefeld. Negli ultimi anni della sua vita viene colpito da un gravissimo lutto familiare che lo deprime e lo condiziona nella sua attività artistica. Muore a Roncaglia nel 1982 all’età di 71 anni.
4. VILLA COMUNALE GIA’ CRESCENTE
E’ la casa di Cesare Crescente Sindaco di Ponte San Nicolò dal 1911 al 1920. Cesare Crescente, esponente di punta del popolarismo padovano, fu poi il Sindaco provvisorio di Ponte San Nicolò dal maggio 1945 al marzo 1946 . Fu poi Sindaco di Padova dal 1946 al 1970. Questa è la sua casa di campagna, il suo buen retiro, fatta da lui costruire nei primi anni ‘20. Lo stile è nordico ed interessante per le decorazioni che conteneva. Fu una delle prime case di Ponte San Nicolò ad essere dotata di garage e poi a fianco Crescente fece costruire il campo per il gioco delle bocce di cui era appassionato ed attorno alla villa costruì il giardino. Con la morte di Crescente avvenuta nel 1983 la villa fu abbandonata. Crescente infatti non ebbe figli e la moglie era già scomparsa. Intervenne il Comune di Ponte San Nicolò che dapprima inserì un vincolo urbanistico sulla casa e sul giardino e poi acquistò dagli eredi la villa ed il giardino. Fu dapprima ristrutturato il giardino e poi la villa deliberando di costruire sul retro la nuova biblioteca comunale. I lavori di restauro della Villa sono terminati mentre la costruzione della biblioteca è in fase di decollo. Vista la ristrutturazione e la costruzione della biblioteca si decise di chiamare la ex villa Crescente “Villa Comunale” aprendola al pubblico e rendendola pienamente fruibile in pieno centro di Roncaglia come il polmone verde centrale del paese. Vicino alla villa sorge la piazza dedicata a Giovanni Paolo II° e la zona pedonale antistante la Chiesa Parrocchiale di Roncaglia dedicata a San Basilio.
5. MONUMENTO E PIAZZA GIOVANNI PAOLO II°
Il 2 aprile 2006, ad un anno esatto dalla morte del grande Papa Giovanni Paolo II° definito l’atleta di Dio, il Sindaco di allora Giovanni Gasparin ha dedicato la piazza centrale di Roncaglia appena realizzata a Giovanni Paolo II° collocandovi sul lato destro il monumento al grande Papa che verrà successivamente beatificato dal suo successore Papa Benedetto XVI e canonizzato nel 2014 da papa Francesco. Il monumento è composto da un monolite in marmo offerto dalla Provincia di Padova e da una pregevole scultura in bronzo raffigurante il papa opera dello scultore padovano Arch. Francesco Lucianetti offerta da una notissima impresa di Ponte San Nicolò specializzata nel trattamento dei metalli. Nel marmo è stata inciso il “non abbiate paura” la frase evangelica che il papa ha rivolto ai giovani e a tutto il popolo e che è rimasta incisa nella memoria di tutti.
6. CHIESA PARROCCHIALE DI RONCAGLIA
La troviamo nominata come ecclesia sancti Basilii de Roncalia in un atto del vescovo Bellino del 1171 e posta in una zona boscosa detta Onedo ed elencata un secolo dopo nel novero delle decime papali. Fu restaurata nel ‘500 con tre altari e ampliata nel ‘700. Di tale periodo restano solo una formella rinascimentale in marmo con San Girolamo e il leone, posta sull’ambone e due angioletti del Bonazza, pure in marmo, a custodia del tabernacolo.
7. VILLA TIAN
Negli anni ’80 con il Sindaco Schiavon Mariano nasce l’idea di recuperare una tipica casa contadina in abbandono ossia la ex casa Pizzocaro per farne un “Centro Anziani“. Nel 1984 il progetto e nel 1985 l’appalto ed il 24 settembre 1988 l’inaugurazione. La gestione del Centro fu un’impresa più difficile della costruzione e si puntò sempre sull’autogestione, dapprima tramite un Comitato e poi dal 1993 mediante l’autogestione fatta dagli stessi anziani che lo frequentavano tramite l’Associazione Anziani di Ponte San Nicolò che divenne poi nel 2004 il Centro Sociale «Pino Verde» e poi nel 2021 Centro Sociale Pino Verde A.P.S. Associazione di Promozione Sociale. Il mutamento di denominazione è servito per sottolineare l’universalità della proposta associativa e culturale fatta dal Centro che cominciò a rivolgersi anche ai ragazzi ed alle altre fasce di età e alle altre associazioni. Nel 1999 vi fu un primo ampliamento terminato nel 2000 ed un secondo ampliamento è attualmente in corso. Il Centro Pino Verde APS con le sue molteplici iniziative ed attività è oggi una riconosciuta eccellenza del territorio e frequentatissimo sia dai cittadini di Ponte San Nicolò che dai residenti nei Comuni vicini ed è un punto di riferimento provinciale dell’associazionismo socio culturale.
8. IL CENTRO SOCIALE PINO VERDE
Negli anni ’80 con il Sindaco Schiavon Mariano nasce l’idea di recuperare una tipica casa contadina in abbandono ossia la ex casa Pizzocaro per farne un “Centro Anziani“. Nel 1984 il progetto e nel 1985 l’appalto ed il 24 settembre 1988 l’inaugurazione. La gestione del Centro fu un’impresa più difficile della costruzione e si puntò sempre sull’autogestione, dapprima tramite un Comitato e poi dal 1993 mediante l’autogestione fatta dagli stessi anziani che lo frequentavano tramite l’Associazione Anziani di Ponte San Nicolò che divenne poi nel 2004 il Centro Sociale «Pino Verde» e poi nel 2021 Centro Sociale Pino Verde A.P.S. Associazione di Promozione Sociale. Il mutamento di denominazione è servito per sottolineare l’universalità della proposta associativa e culturale fatta dal Centro che cominciò a rivolgersi anche ai ragazzi ed alle altre fasce di età e alle altre associazioni. Nel 1999 vi fu un primo ampliamento terminato nel 2000 ed un secondo ampliamento è attualmente in corso. Il Centro Pino Verde APS con le sue molteplici iniziative ed attività è oggi una riconosciuta eccellenza del territorio e frequentatissimo sia dai cittadini di Ponte San Nicolò che dai residenti nei Comuni vicini ed è un punto di riferimento provinciale dell’associazionismo socio culturale.
9. VILLA CASTORI-SCHIAVON
Sorge lungo la strada statale Piove di Sacco Padova. E’ una villa padronale ottocentesca della famiglia Castori poi divenuta proprietà della famiglia Schiavon che diede i natali all’on.le Sebastiano Schiavon. Per un certo periodo fu utilizzata anche dall’Ordine delle suore Elisabettine di Padova.
10. IL CENTRO SOCIALE AMICI DEL MONDO
Il 3 maggio 2000 la Giunta Comunale presieduta dall’allora Sindaco Gaetano Calore emette la direttiva per l’acquisto del terreno a Roncaglia per la costruzione del Centro Diurno per disabili” e redazione dell’apposita variante al PRG. Il 23.4.2001 il Consiglio Comunale delibera di affidare per un certo numero di anni il diritto di superficie sul fabbricato all’Associazione Amici del Mondo. Con il contributo della Regione Veneto, del Comune e dell’Associazione Amici del Mondo il 18.4.2004 viene inaugurata una struttura all’avanguardia per i tempi di oltre 1.000 metri quadrati dedicata esclusivamente alle attività a favore dei disabili e delle loro famiglie. Grazie all’accorta gestione della struttura fatta dall’Associazione Amici del Mondo il Centro diviene rapidamente il punto di riferimento, non solo comunale, per le attività ed i servizi a favore delle persone diversamente abili che abitano nelle zone poste a sud est di Padova.
11. CIMITERO MONUMENTALE RIO RONCAGLIA
Opera dell’arch. Claudio Aldegheri ospita all’esterno I guardiani della dormiente opera monumentale dello scultore Antonio Jevolella nato a Benevento ma padovano di adozione realizzate in acciaio corten. Una serie di guardiani muti vigila la sacralità ancestrale del luogo ove riposano i defunti. Si tratta di una delle maggiori opere cimiteriali di arte contemporanea d’Italia.
12. CAPPELLA DEL CIMITERO RIO RONCAGLIA
Opera dell’arch. Claudio Aldegheri ospita all’interno l’altare ed alcuni lampadari in acciaio corten dello scultore Antonio Jevolella ed una tela del pittore scultore Antonio Piovan del 1986 raffigurante le tentazioni di San Antonio Abate.
13. GLI ORTI SOCIALI
In zona “Pengo”, ossia vicino al depuratore comunale che depura le acque di alcuni quartieri padovani e del Comune di Ponte San Nicolò, si pensò nel 2002-2003 durante la giunta Calore di utilizzare il terreno di risulta del depuratore per costruire gli “orti sociali”. In pratica si sono costruiti circa 80 mini appezzamenti di terra di 40 mq ciascuno che il Comune assegna ogni due anni ai cittadini che ne fanno richiesta. In pochi anni questa zona, prima arida e incolta è diventata, grazie al lavoro degli assegnatari, non solo fertile e produttiva ma un vero centro di aggregazione per coloro che vogliono provare a coltivare da sé le loro verdure. Sono vietati però antiparassitari, anticrittogamici e concimi non naturali e l’utilizzo di macchinari. Dicono gli assegnatari che 40 metri quadrati da vangare a mano bastano ed avanzano per fare i calli alle mani.
14. CHIESA PARROCCHIALE DI RIO
E’ nominata in un testamento del 1267 da tale Pietro da Rio che dichiara di voler essere sepolto in ecclesia Sancti Antonii de Rio. Rimase unita per molti anni alla chiesa di Voltabarozzo e solo nel 1945, in occasione della posa della prima pietra della nuova chiesa, la curazia venne eretta a parrocchia dal vescovo Carlo Agostini. Tanto che, in segno di riconoscenza, i fedeli vollero aggiungere al santo patrono sant’Antonio abate quello di San Carlo Borromeo. Contiene opere di scultura di Antonio Piovan tra cui l’ambone in bronzo fuso con il Cristo Benedicente, un pregevole bassorilievo in marmo raffigurante l’ultima cena ed il tabernacolo e il fonte battesimale.
15. GROTTA DI LOURDES DI EUGENIO PIANTA
Nativo di Legnaro Eugenio Pianta (1890-1979) è sempre vissuto a Ponte S. Nicolò, amato e benvoluto da tutti per le sue qualità umane ed artistiche. Uomo poliedrico, la sua capacità inventiva a favore dei ragazzi spaziava dal teatro alla fotografia, dal restauro alla pittura, dalla costruzione di originali grotte di Lourdes sparse sul circondario ai fuochi d’artificio durante le sagre paesane. Una bella grotta di Lourdes di notevoli dimensioni si può ancora ammirare presso la “Casa del fanciullo” a Padova, oggi residenza universitaria, all’ombra delle cupole del Santo.
16. PALAZZO DEE SIORE
Si trova a Rio in via P. Gasparini ossia in quella strada che una volta si chiamava via per Salboro. E’ un palazzo ora in grave abbandono che è appartenuto alla celebre famiglia di possidenti terrieri dei Da Zara. La celebre “Corte dei Da Zara” ossia il luogo ove si amministravano le loro proprietà terriere si trova nel centro di Maserà anche se i Da Zara abitavano a Casalserugo ed il palazzo signorile dei Da Zara si trova a Padova in Via Umberto I°. Il palazzo si chiama dee Siore perché questo bel palazzo per l’epoca era il palazzo dipendente dalla Corte Da Zara ed affidato ad uno dei fattori dei Da Zara detto anche “castaldo”. Gli affittuari erano soliti chiamare il fattore con il nome di “sior paron” perché per loro era colui che concedeva ed amministrava i terreni. Gli ultimi epigoni della celebre famiglia Da Zara furono Leone Da Zara ed il suo erede Leonino Da Zara che fu pioniere dell’aviazione, pilota, economista, politico, scrittore e giornalista in epoca fascista amico di Giuseppe Bottai e che dilapidò il patrimonio ereditato con iniziative pionieristiche nel campo automobilistico ed aviatorio, tanto da morire in miseria a Roma nel 1958. La famiglia Da Zara perse la sua potenza economica in parte per le leggi razziali ed in parte per la trasformazione economica del Veneto che dall’agricoltura estensiva e latifondista passò all’industria e all’agricoltura intensiva e meccanizzata. Con la crisi del latifondo anche questo palazzo fu abbandonato tanto da perdere dapprima le scuderie poi la sua funzione ammnistrativa ed infine anche quella abitativa e commerciale.
17. LA NUOVA PARROCCHIA DI SAN LEOPOLDO MANDIC
Con lo sviluppo urbanistico di Ponte San Nicolò degli anni ‘70 e ‘ 80 nacque l’esigenza di una nuova parrocchia. Per questo la Curia Vescovile istituì la nuova Parrocchia dedicata a San Leopoldo Mandic, all’epoca non ancora proclamato santo. Ciò fu fatto perché in zona abitava Angelo Marzotto grande amico di padre Leopoldo. Nel 1976 papa Paolo VI beatificò Padre Leopoldo, nativo di Castelnuovo alle bocche di Cattaro, oggi Montenegro, e si volle dedicare la nuova parrocchia proprio al Beato Leopoldo Mandic, continuando così consapevolmente o inconsapevolmente la tradizione dei santi patroni delle nostre parrocchie provenienti dall’oriente, come Basilio, Fidenzio, Nicola, Prosdocimo e molti altri.
18. IL NUOVO MUNICIPIO
Nel 1988 a seguito di un concorso di progettazione lo studio dell’arch. Renato Sarno di Milano propose, in armonia con il vicino palazzo ex Montesi costruito tutto con mattoni faccia vista, un nuovo palazzo comunale con cortile interno e annesso auditorium polivalente. Il corpo di fabbrica centrale, alto due piani fuori terra, contiene lo spazio di ingresso a doppia altezza, i principali collegamenti verticali (scale e ascensori) e una zona di controllo e informazioni. Le ali laterali, alte due piani fuori terra, contengono gli uffici per il pubblico e gli spazi relativi all’ufficio del Sindaco. Il corpo di fabbrica isolato, posto a chiusura della corte, viene realizzato per contenere la sala consiliare, accessibile in modo indipendente rispetto alla sede del Comune. La struttura della sala consiliare è caratterizzata da un ingresso posto nell’ala Nord e da un volume contenente la sala e i servizi principali relativi ad essa. Il municipio fu inaugurato il 24.4. 2004 e nel 2006 fu inaugurato anche l’auditorium che divenne la Sala Civica “Unione Europea”.