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L’eroico mercatino di Natale

A Natale diventiamo tutti più buoni e ritorniamo anche tutti bambini. Quell’anno l’Amministrazione Comunale, per animare a Natale la piazza dedicata a Giovanni Paolo II, pensò di organizzare dei mercatini la domenica prima del Natale. Regolamento, domande, scadenze autorizzazioni ecc. Decidiamo di partecipare anche noi della Pro Loco con un nostro banchetto perché l’animazione nelle piazze ce l’abbiamo proprio nel sangue. Parliamo anche con Giampaolo Padovan presidente dell’Associazione degli artisti “ La Ragnatela” ed anche loro decidono di partecipare. Benissimo Arte, tradizioni, folklore assieme una bella accoppiata. Siamo molto motivati.

La realtà fu però più dura. Arrivammo in piazza al mattino presto e già faceva un freddo cane. C’era un sottile strato di ghiaccio per terra . La disposizione prevedeva che i professionisti occupassero il lato sinistro della piazza mentre noi principianti dovevamo occupare la parte destra. Padovan arriva con la sua macchina e le macchine del suo gruppo e comincia ad appoggiare per terra i cavalletti , quadri ecc. noi piazziamo il gazebo cerchiamo di ancorarlo perché comincia a tirare un ben vento da nord che promette a breve la più poetica precipitazione del Natale. Con Giampaolo perlustriamo la piazza: ah ! se ci fosse un portico; ma portici non ce ne sono , ah ! se ci fosse un muro a nord ma muri a nord non ce ne sono. Allora dico a Giampaolo senti ci piazziamo qui vicino e ci scaldiamo a vicenda. La Pro Loco piazza i bidoni e cucina castagne e vin brulè . La Ragnatela espone le opere dei suoi artisti . Vicino a noi arriva poi anche un gruppo di ragazze in tenuta sportiva con un gazebo per illustrare le loro attività di ginnastica, fitness, ecc.

Dall’altra parte della piazza sullo spazio dei professionisti si piazza un cinese che aveva risposto al bando ed aveva ottenuto il suo posteggio. Da lontano lo osserviamo: piazza i suoi tavoli ed espone tutta una serie di giocattoli di poco pregio. Bambole un po’ tristi , costruzioni scolorite e orsetti a batteria .

Finalmente verso le nove del mattino siamo pronti : il mercatino natalizio è allestito e può operare. Aspettiamo ma non passa nessuno. Gli artisti vengono ad assaggiare ad intervalli sempre più ridotti il vin brulè . Le ragazze della ginnastica cominciano a diventare sempre più violacee. Io e Giampaolo ci avviciniamo ad una ragazza che ci sembrava la più provata e ci disse che non sentiva più le mani ed era di colore viola . Allora le consigliamo di lasciare subito la piazza a rifugiarsi in un bar lì vicino al caldo e non mettere più piede in piazza. Lei si preoccupa del gazebo ma noi la rassicuriamo. Lo chiudiamo noi. Tranquilla , i giovani non hanno resistenza al freddo le disse il saggio Padovan ed io poi aggiunsi ed inoltre mi sembri anche vestita da spiaggia. La ragazza fece come le avevamo detto e noi chiudemmo il suo gazebo.

Il gruppo della Ragnatela tenta allora di tirare fuori un mazzo di carte e fare una partita a briscola ma fa troppo freddo non si riesce a stare fermi. Non si arriva nemmeno a distribuire le carte.

All’improvviso arriva una raffica che travolge i cavalletti degli artisti ed i quadri volano per tutta la piazza. I pittori allora li rincorrono, li sistemano alla meglio ed alcuni li rimettono in macchina: Ci costano tanta fatica dicono. Ma Giampaolo li rassicura … arriviamo almeno a mezzo giorno. Ma è dura. Il freddo si fa sempre più duro.

Non vediamo mai un compratore che si avvicini al banco del cinese professionista. Allora Giampaolo Padovan, Paolo Nardo della Pro Loco e altri che hanno l’animo sensibile dicono facciamo una colletta ed andiamo a comprare una bambolina da questo poveretto così non potrà dire di non aver venduto nulla ai mercatini di Natale . E così fecero. Comprarono una bambolina con gli occhi a mandorla che era così intirizzita (giasà) da non poterle muovere le braccia.

Passai alcune ore a saltellare per difendermi dal freddo, aggiungere carbonella ai bidoni delle castagne, spillare vin brulè e chiacchierare di arte e di freddo con Giampaolo Padovan.

Fu così che scoprii l’animo e l’arte di Giampaolo Padovan. Trascorrendo il tempo davanti alle sue opere imparai ad apprezzarle sempre meglio . Lui me le spiegava sia nella tecnica che nel contenuto. Aveva imparato ad applicare a tele, piastrelle, cartoni ecc. colle gessi, sabbie su cui poi avrebbe dipinto con una tecnica simile all’affresco. La sua predilezione erano i paesaggi ed i paesi a noi vicini. Padova, Venezia , i colli ma anche Ponte San Nicolò. Tecnica raffinata, disegno nitido forme geometriche perfette si vedeva che a differenza di altri artisti naìf Giampaolo aveva la scuola e la stoffa del vero pittore. Le sue architetture parlavano da sole senza difficoltà. Lui non prediligeva i ritratti lui prediligeva le nature morte ma sempre con vasi, fiori architetture sullo sfondo ed opere nitide che colpiscono immediatamente.

Finalmente arrivò mezzogiorno e malconci, intirizziti e provati dal freddo chiudemmo i banchi e ci rifugiammo in bar davanti ad una tazza di cappuccino bollente corretto grappa. Il professionista cinese ci vide e chiuse anche lui. Il mercatino doveva proseguire anche al pomeriggio ma fu vero eroismo arrivare a mezzogiorno

A distanza di tempo non mi ricordo l’anno nel quale tentammo il mercatino di Natale ma qualcosa è comunque rimasto: la bontà d’animo, la calma , la generosità e l’arte nitida di Giampaolo Padovan. Le sue opere lo ricordano anche oggi.

Leone Barison