Anche Ponte San Nicolò era dotata in epoca fascista della Casa del Fascio. Ci sono pochi documenti perché l’archivio comunale fu distrutto in due incendi successivi avvenuti per opera di ignoti il 30 Maggio e del 12 luglio 1944. Tali incendi probabilmente miravano a distruggere le anagrafi e soprattutto le liste di leva per evitare la chiamata alle armi dei c.d renitenti disposta dalla Repubblica Sociale. Gli incendi però hanno comportato la distruzione di un patrimonio storico notevole .
Mettendo insieme i vari ricordi però risulta che la Casa del Fascio fu costruita in mattoni rossi in perfetto stile futurista-fascista. Nel cortile posteriore vi era poi il piazzale per il “premilitare” ed il sabato fascista ossia l’istruzione militare impartita ai giovani e anche alle ragazze seppure in forma diversa rispetto ai maschi.
Durante l’estate invece il vicino argine veniva trasformata in colonia estiva. All’interno dell’edificio c’erano gli uffici del Fascio, una sala palestra e un cinema con un palco per il teatro. I lavori per la costruzione della Casa del Fascio iniziarono tra la fine del 1937 e l’inizio del 1938 sfruttando un contributo statale per le opere destinate ad orfani di guerra. Il progetto fu opera di Giacomo Turcato, il fratello del Podestà che abitava vicino al vecchio municipio ed ora Centro Culturale Mario Rigoni Stern nella c.d. Casa Turcato. L’opera era per l’epoca all’avanguardia, in cemento armato, laterizio e mattoni rossi a faccia vista . Il fabbricato è di due piani fuori terra, con l’ampia sala di m 11 x 24 sorretta da grandi capriate in calcestruzzo armato. La sala venne anche usata dagli inglesi dopo la liberazione per il ballo, attività poi gestita da reduci, poi venne affittata ad un privato per la gestione del cinema-teatro.
Nel dopoguerra divenne la Casa del Popolo, poi una piccola parte divenne sede Enel, dopolavoro, un ambulatorio medico, poi ufficio del dazio, collocamento e verso la strada fu ricavato anche un piccolo locale per ospitare la pesa pubblica. La pesa fu infatti inserita su una buca davanti l’edificio ed usata per la pesatura delle merci, grano, fieno ecc. Nel 1962 venne ristrutturata e divenne la prima scuola media del Comunemantendo vicino alla statale la pesa pubblica. Nel 1988 divenne sede prima dei vigili urbani e poi succursale del Comune per i servizi demografici e assistenziali, con nel retro una saletta di un barbiere a piano terra. Gli Uffici furono poi trasferiti nel nuovo Municipio costruito in viale del Lavoro e da quel momento in avanti l’edificio fu abbandonato.
Oggi la Casa del Fascio poi Casa del Popolo è in abbandono e se ne prevede la dismissione dal patrimonio comunale e forse l’abbattimento.